Farfalla di montagna
ali blu e leggera
ha baciato la mia bocca
e nello spazio d’un giorno
lontana da me è volata.
Sei bella, amore mio
parole pronunciate a metà
parole sul fondo di quegli occhi
parole sul fondo dei miei.
Farfalla di montagna
ali blu e leggera
ha baciato la mia bocca
e nello spazio d’un giorno
lontana da me è volata.
Sei bella, amore mio
parole pronunciate a metà
parole sul fondo di quegli occhi
parole sul fondo dei miei.
Sono già sbagliata
nei frammenti del chi
sono stata.
Inadeguata.
Violenta si alza la voce
di un’emozione mai morta.
L’eco di un pugnale
che insistente ferisce
il petto ed il cuore.
Esplode la voce
in lacrime profonde
e silenziose
mute nell’impossibilità
di Esserci, di Esprimersi.
Senza sapere, hai serrato il mio cuore
e la mia gola
con la violenza del giudizio
e del tuo dolore
vortice inarrestabile
di scambievoli aggressioni.
Inadeguata,
confusione di dolore senza più parole.
Io ho pianto
per le scale vuote
vuota d’amore
riempita di tristezza
per quel frammento di me
che urla al cielo
preghiere senza una voce.
Bambina sono rimasta
abbandonata a me stessa
una maschera adulta sul volto
a nascondere i frantumi
di un’infanzia interrotta
quando tu, dall’alto,
hai deciso per me
un destino a volo d’angelo
negli abissi spaventosi
di una minaccia incontrollabile.
E i Voi che si succederanno
in cerca di tracce d’amore
su questo corpo scisso
continuerete in vortice d’accuse
a ripetere la mia inadeguatezza
spingendo a togliermi la voce
che ho già perso quando apersi
gli occhi sul mondo.
Ma un giorno di cui vedo
vicina la luce
inonderò questi occhi di
coscienza nuova
trovando il volto interiore
di una pienezza segreta
senza armi
con fiori a ornare il mio Giardino.
Sì
è la Parola che pronuncerò.
E’ da un bel pò che non scrivo. mi faccio sentire per tutti quelli che si aspettavano qualcosa:) voglio rivoluzionare questo piccolo spazio in cui scrivo, tornando a parlare di cose che ho approcciato e aggiungendone di nuove. Mi auguro di essere più regolare;)
Sono tornata adesso a casa, e avevo voglia semplicemente di scrivere un pò qui…forse mi sono concentrata troppo a descrivere e dire cose che in fondo sono un pò artefatte, che non mi appartengono insomma più di tanto. La vera luce sta sempre nelle cose semplici. Ho avuto voglia più volte di raccontare dei bambini e delle cose che li riguardano, ma mentre prima le mie erano speculazioni o ideali questa volta sono reali, perchè sto facendo un tirocinio in asilo. Il mio è un nido diverso dagli altri, accoglie bambini da tutto il mondo, non solo italiani, e insegna l’apertura verso l’altro, il diverso, chi non conosciamo. E’ un mondo fatto soprattutto di molta creatività. La prima cosa che ho notato entrando è che non sai distinguere tra chi viene dallo sri lanka o dall’india, chi è nato a roma e chi invece è americano oppure ucraino. Le distinzioni tra di loro non esistono AFFATTO. E’ così, non è un’idea, è anzi dannatamente vero. E poi non riesco più a chiamarli bambini. Non riesco a fare a meno di chiamarli con il loro nome, il nome con cui si chiamano. Insomma, la parola chiave da usare tra i bimbi è … SEMPLICITA’. Quelli che non riescono a vivere così spesso sono stati inquinati dal modo distorto con cui certi adulti si relazionano alla vita, a sè stessi e agli altri. E invece… L. per esempio, ama i pesci, e li ama a tal punto che si fa disegnare pesci, comprare pesci, si fa fare tutto con i pesci. Il pesce non è un animale chissà quanto lodato, eppure a lui piace e questo basta. Insomma, fico! Voglio dire, magari essere come lui, assolutamente cosciente eppure indifferente a quello che non lo fa stare bene. Semplice, no?:)
Un mese fa sono stata in Tuscia con la classe universitaria di Geografia. Ci hanno portato in un negozietto carinissimo dove abbiamo potuto degustare cioccolata alle nocciole, formaggi, granella di nocciole, vino bianco aromatizzato, bruschette di patè d’olive e…deliziosi biscotti alla lavanda!
Mi sono imparata gli ingredienti a memoria, e tornata a casa – grazie anche alla ricetta della bambina a cui faccio da baby sitter – ho provato a ricreare quelle piccole bontà…
Che dire, il risultato è stato sorprendente! Qui di seguito riporto la ricetta, che tra l’altro è molto versatile:
5-6 bicchieri di farina
1 bicchiere di zucchero
1 olio di semi
1 acqua
scorza di limone
pizzico di lievito
lavanda
Mescolate tutti gli ingredienti, appena ottenuta una pasta malleabile fate le formine che preferite e ripassatele nello zucchero. Riscaldate il forno a 180°C e cuocete i biscotti 15 minuti per lato.
Preparate piccoli pacchetti e regalateli a chi preferite: uno tira l’altro!;)
❤
Ho riscoperto cosa significa tenere un diario segreto! e scrivendo di nuovo, dopo anni, con la semplicità delle emozioni e delle scoperte mi sono ricordata che scrivere un diario è un grosso atto di magia.
Nel mondo celtico, secondo la definizione di Jean Markale nel suo libro “Il druidismo”, si teneva in considerazione la “cerca personale”, vale a dire il contributo di ogni essere umano al progetto di conoscenza e saggezza del mondo, attraverso la propria scoperta e realizzazione. Ognuna porta con sè un messaggio…
Se ci penso, ogni piccola cosa che io faccio cambia anche di molto la mia realtà, il modo in cui vivo, e scriverne vuol dire suggellare quelle cose, renderle vive e immortali al punto che ciò che sono lo devo non solo a ciò che vivo, ma anche a ciò che ricordo. e per certo, non posso vivere un’avventura per la realizzazione di me stessa senza vivere! il diario segreto mi aiuta a vivere, e a filtrare quello che conosco di me e del mondo.
Tra l’altro, chi non ha mai provato a cambiare la realtà effettiva delle situazioni scrivendo su un pezzo di carta?:)
Qualcuno di voi tiene un diario segreto? Avete provato incantesimi o espresso richieste attraverso l’uso della carta che poi si sono avverati?
Baci :*
Stamattina, causa febbre, ho visto questo documentario che testimonia alcune delle stranezze del mondo. La maggior parte degli episodi raccontati rimanda al modo in cui l’essere umano si relaziona al suo ambiente, così che la prima cosa che ci salta all’occhio è la necessità che abbiamo dell’ambiente…è lo spazio in cui concretizziamo tutto!
Torniamo quindi al documentario : la violenza, il profitto, la vendetta, l’incuria, l’indifferenza glaciale : sono alcuni degli aspetti riscontrati dagli autori del film. Rimuginando mi sono detta, qual’è il vero problema? E la risposta è giunta in un battibaleno.
C’è un’isola che dopo esser stata colpita da una bomba atomica ha cambiato nocivamente le abitudini degli uccelli marini, ha ucciso il senso dell’orientamento nelle tartarughe marine e reso sterili quegli stessi uccelli. In Cina e Giappone, ma anche in Italia, le bestie d’allevamento sono trattate come non fossero nemmeno viventi. In Malesia gli squali sono uccisi brutalmente dai pescatori che ne sono rimasti vittime, però il governo non fa nulla per migliorare le loro condizioni.
Eppure gli esseri umani traggono enormi benefici dagli animali. Addirittura nel campo della scienza, che non dovrebbe avere punti di contatto con la magia – ritengo il relazionarsi al mondo animale per imitarlo e imparare da esso una forma di magia – la vita e i movimenti dei delfini sono stati imitati per guarire le persone colpite da ictus. E’ stato inventato recentemente un programma virtuale grazie al quale “si diventa” delfini. Però poi esiste la mattanza dei delfini…
Mi sono spiegata?
Sugheri di Pomezia
Nella periferia di Pomezia, accanto a quello che avrebbe dovuto essere il teatro comunale, sorge una macchia boschiva di sugheri chiamata per questo “la sughereta”. Da diverso tempo esiste un progetto che quando realizzato la devasterà completamente. Sorgeranno nuove case attorno ad un nucleo boschivo intatto, una percentuale bassissima di quello che oggi è ancora un parco per chiunque voglia correrci, passeggiarci o fare foto in un posto di natura come ho fatto io ieri assieme a due amici fotografi. Sapere della cosa mi ha disgustata, come mi ha disgustata la presenza di un depuratore enorme nell’esatto centro di tutto, un nucleo di cemento fonte di disagi sanitari e di un puzzo orrendo.
La sughereta, nonostante quell’aborto nel centro, è rigogliosa e piena di colori. Vi sono sorti alberi, fiori, vi si trovano uccellini e distese di graminacee ed erba. Quello che più di tutto ha attirato la mia attenzione è stato il colore rosso della terra. Niente più dell’esperienza diretta può descriverla. Quel colore è davvero ancestrale, sembrava richiamare i colori usati dai prestoirici per dipingere le pareti delle caverne.
Appena entrata nel mondo degli alberi, mi sono sentita immensamente sollevata ottenendo ancora una volta la conferma dell’importanza del verde nelle città. Le piante sollevano lo spirito appesantito, facendo anche di più: guariscono. La serenità impregna questi luoghi e la pulizia sembra farsi spazio dall’interno. Mi sono sentita sollevata da tutto, dalla polvere e dalle preoccupazioni. Esistevamo soltanto noi, il verde e il silenzio.
Fotografie tratte dallo shooting alla sughereta di Pomezia, copyright dell’autore Federico Brandani – vietata qualunque riproduzione.